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13 Agosto 2000

Anno Giubilare

 

Incoronazione S. E. Mons. Tarcisio Cortese vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea

Arciprete Mons. Giuseppe Nicola Varrà

 

  Il mio è semplicemente un atto di amore e di riconoscenza da parte di un figlio verso le donne della mia vita: Patmos e Rosarno.

  Figlio di questa terra, cresciuto nella semplicità e nella fermezza della fede del focolare domestico, figlio di questa Madre (l’Addolorata prima, Maria di Patmos poi) che sempre ha accompagnato i passi della mia vita sacerdotale arricchendola del grande dono di avere accanto a me come compagno di missione mio fratello Gregorio. Alla scuola della stessa madre abbiamo imparato l’Arte di Amare la Madre e, nelle missioni in cui il Signore ci ha chiamato a gettare le reti della sua Parola, non abbiamo mai dimenticato il silenzio d’amore che ci ha condotti all’altare per essere insieme a Cristo costruttori di un nuovo mondo.

  Figlio dell’amata Rosarno bella e tante volte incompresa, mi accingo ad avviare con non poca trepidazione la macchina organizzativa che vedrà ripetersi dopo 50 anni dalla prima, la solenne Incoronazione della nostra Madonna nera. Questo gesto di devozione profonda verso la Madre di Dio, vuole essere anche un atto di profonda riconoscenza alla mia terra, ai miei affetti, al mio popolo.

 Grande è stata l’emozione nel vivere l’esperienza, accompagnato da un nutrito gruppo di parrocchiani, della benedizione delle corone in Piazza San Pietro dal Santo Padre San Giovanni Paolo II e tuttavia, da figlio di questa terra divenuto “padre” del mio popolo, più grande è stata la mia gratitudine al Signore per tutti i benefici che ci ha donato.

  Grande è stata l’emozione nel vedere ricollocare in modo solenne le corone sul capo del Bambin Gesù prima e su quello di Maria dopo da parte del Vescovo di Mileto. Quanta emozione e un filo di dolce ricordo nel pensare a coloro che ci avevano preceduto nell’incontro col Padre… un pensiero per chi in questi giorni di festa ha offerto il suo dolore, per chi stava vivendo l’esperienza amara del carcere…per i troppi giovani che in quegli anni vivevano esperienze travagliate, ma una consolazione ha scosso il mio cuore: il mio popolo era tutto lì, la mia Rosarno era tutta presente ai piedi della nostra Madonna. Una piazza gremita, come nel 1950, per cantare le lodi della Trinità che ha fatto grandi cose per noi. E se mai una caratteristica devo trovare per dare una voce alla piazza Duomo del 2000, posso affermare che è stata la Piazza della Comunità avviata sulla strada della Carità, della accoglienza, della solidarietà! Era la Piazza e la Comunità che si faceva fratello e sorella di quanti arrivavano dal mare, dal deserto, dai confini dell’est!

  È stata capace di pensare alla Carità senza nessun interesse, siamo statti capaci di rispettare con profondo rispetto e senso d’amore vero la carne martoriata di chi è arrivato a casa nostra con un carico di sofferenza e di dolore! La piazza del 2000 ha incoronato Maria principalmente con la Carità! Le nostre mani che simbolicamente hanno sfiorato le corone belle della nostra Madonna, sono state le stesse mani che hanno servito con la stessa solennità e rispetto con cui si serve l’Eucaristia la carne del povero.

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(Mons. Giuseppe Nicola Varrà)

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